La Dott.ssa Mara Alvaro spiega come gli estratti vegetali possono essere rielaborati e purificati.
Testata: Marie Claire
Argomento: Creme biotecnologiche
In qualità di: Formulatrice presso HSA Cosmetics
In collaborazione con: Valentina Abramo – Abiby
Firma: Vanessa Perilli
Data: Giugno 2021
“Negli ultimi anni la diffusione delle creme biotecnologiche, nate grazie all’impiego della biotecnologia nella cosmetica, ha permesso di ampliare la gamma di prodotti dinamici con formulazioni innovative e sicure specifiche per le diverse tipologie di pelle e capelli”, ci spiega Valentina Abramo, Brand Partnership Manager di Abiby dopo avere aggiunto che questo macro beauty trend è stato reso possibile anche grazie a una ritrovata fiducia e a un desiderio condiviso di salvaguardare l’ambiente dal momento che gli ingredienti dalla natura possono essere replicati in laboratorio. Abbiamo incontrato Mara Alvaro, una formulatrice cosmetica – lavora nei laboratori di HSA Cosmetics – per immergerci in questo innovativo, sostenibile e straordinario universo.
Da quando si usa la biotecnologia nei prodotti cosmetici e cos’è?
La biotecnologia nei cosmetici consiste nel produrre in maniera efficace molecole bioattive di nuova concezione o produrre molecole già note con procedure innovative e maggiormente sostenibili. Le biotecnologie permettono di formulare prodotti capaci di agire in modo strutturato e completo sia in termini di penetrazione sia di grado attività. Le biotecnologie consentono così l’estrazione di principi attivi dalle strutture vegetali. Tutto ciò si traduce in purezza, sicurezza ed efficacia qualitativa.
Quali sono gli ingredienti biotecnologici più utilizzati nei cosmetici?
Molecole come acido ialuronico, estratti vegetali rielaborati e purificati oppure modificati per mezzo di reazioni chimiche sono gli ingredienti principali utilizzati nei cosmetici. I principi attivi biotecnologici utilizzano meccanismi d’azione innovativi che non si limitano a ripristinare le normali funzioni fisiologiche della pelle, ma mirano a combattere efficacemente tutti i fattori degenerativi preservando l’integrità della pelle.
Perché quando si parla di biotecnologia si parla automaticamente anche di sostenibilità?
La biotecnologia industriale ha un ruolo significativo nella riduzione dell’impatto ambientale dei processi produttivi come consumo e l’utilizzo di acqua e l’utilizzo di energia. Questo grazie alla riduzione del numero dei passaggi necessari, rispetto alla sintesi chimica tradizionale, che i bioreattori consentono di ottenere. Gli scarti dei processi biotecnologici possono subire trasformazioni importanti tali da ridurre l’impatto ambientale. Prodotti ottenuti tramite le biotecnologie possono essere più sostenibili. Il tema della sostenibilità non si limita alla scelta degli ingredienti o dei packaging ecosostenibili, ma che valuta l’intero ciclo divita di un prodotto di consumo nel suo insieme. Si possono ottenere prodotti riproducibili, innovativi con possibilità di essere sempre disponibili.
Un prodotto cosmetico può essere interamente biotecnologico?
È una sfida cui si sta lavorando per cercare di riprodurre cosmetici sempre all’avanguardia da cui trarre il massimo beneficio. Qualche azienda italiana fornitrice di materie prime si sta già muovendo per fare conoscere diversi ingredienti di origine biotecnologica. Team di giovani laureati in collaborazione con università italiane portano avanti già da diverso tempo concetti basati sulle biotecnologie e sostenibilità.
Se l’acido ialuronico un tempo si ricavava dalla cresta di gallo come si riproduce ora in laboratorio?
Si sfruttano colture cellulari batteriche per la produzione dell’acido ialuronico. Il vantaggio è l’ottenimento di un prodotto più sicuro dal punto di vista dermatologico, non soggetto a contaminazioni e sicuramente non è di origine animale. Si può controllare il peso molecolare per le varie applicazioni cosmetiche e in medicina estetica. L’acido ialuronico di origine biotecnologica, la cui struttura è identica a quella dell’acido ialuronico naturalmente presente nella pelle umana, è prodotto a partire da un batterio dell’acido lattico. Si ottiene un ingrediente con grande performance e altamente sfruttato in cosmetica.
Da dove derivano le cellule staminali vegetali?
Le cellule staminali vegetali sono in grado di moltiplicarsi velocemente e dare origine a numerose copie di se stesse (autoriproduzione) oppure danno origine ad altre cellule più specializzate. Le cellule staminali possono essere estratte da frutti o piante. Una volta raggiunto il livello di maturazione desiderato, se ne possono estrarre le sostanze attive (amminoacidi, zuccheri, fitosteroli, sali minerali, oligoelementi…) con un grado di purezza e qualità controllabile. Le cellule staminali vegetali totipotenti, ovvero cellule indifferenziate potenzialmente in grado di originare cellule di differenti tessuti, sono tra i più recenti composti di interesse cosmetico.
Un ingrediente biotecnologico può essere biofermentato?
Le due cose vanno di pari passo. Ci sono reazioni chimiche che consentono alle cellule di crescere, riprodursi spezzando e rielaborando le sostanze di cui si nutrono. La fermentazione è un processo biotecnologico.