Negli anni abbiamo assistito a numerosi sviluppi del settore cosmetico. Abbiamo visto progredire il cosmetico naturale, il cosmetico biologico, quello vegan. Negli ultimi anni, si fa avanti sempre più prepotentemente il concetto di CLEAN BEAUTY, o meglio, LA COSMETICA ESSENZIALE.
Niente di regolamentato e normato in ambito legislativo; si tratta comunque di un modus operandi sempre più approvato e praticato all’interno delle aziende. Piace a tutti; piace al formulatore e piace soprattutto al consumatore che si è visto sempre più intrappolato in un sistema di claim esasperati.
Il SENZA padroneggia dappertutto e in pochi hanno ben capito che non bisogna vantare l’assenza ma la presenza di ciò che viene inserito nelle formule, cosa che spesso viene fatta in modo sapiente e ricercato.
COSA SIGNIFICA CLEAN BEAUTY?
Significa cosmetica trasparente primariamente. Trasparenza nella comunicazione in etichetta, trasparenza nella descrizione delle materie prime e trasparenza verso il consumatore. Da questo punto di vista, qualche brand è stato esemplare!
Dal punto di vista formulativo, vengono sicuramente privilegiate formule dalla composizione INCI breve dando spazio a pochi attivi usati in forma concentrata. Gli ingredienti non necessariamente devono essere naturali ma possono essere anche sintetici.
Clean beauty non per forza deve comprendere una cosmetica naturale ma deve essere una cosmetica essenziale.
L’atteggiamento corretto in un’ottica di clean beauty è quello raccontare un dettaglio, far affezionare il consumatore al prodotto e al brand, spiegare l’origine degli ingredienti e la funzionalità (vedi l’esempio della foto). Spiegare perché è stato inserito quel determinato ingrediente e a cosa serve. Una comunicazione sicuramente efficace e veritiera utile a orientare il consumatore verso un consumo più sano e pulito.
Più si “narra” il cosmetico e le materie prime coinvolte, più il consumatore sarà felice di acquistare con consapevolezza.
Le formule clean diventano meno pesanti al tatto quindi più leggere, fresche ed estremamene acquose, a volte trasparenti all’occhio. Non vengono usati siliconi o sostanze molto inquinanti. Si prediligono ingredienti facilmente biodegradabili e senza grande impatto ambientale. Si fa maggiore attenzione al pack volgendo l’attenzione verso contenitori più semplici, pratici e magari meno ingombranti.
Si dà grande spazio all’essenzialità cercando di unire sensorialità e trasparenza. Nonostante piaccia il concetto di essenzialità al formulatore per il minor utilizzo di materie prime, dal punto di vista formulativo non è così semplice la cosa perché queste nuove esigenze richiedono uno studio diverso delle formule.
Laddove la sensorialità ha raggiunto sempre traguardi altissimi, con l’avvento della clean beauty non è immediato ottenere performances altamente gradevoli eliminando gli ingredienti cardini in tema di sensorialità cosmetica.
Ci si dovrà abituare a texture probabilmente più classiche e più convenzionali per lasciare lo spazio alla trasparenza e all’essenzialità. Per i preparatori di cosmetici non è un cosa semplice perché ciò significherà sacrificare componenti che da sempre hanno permesso di ottenere texture setose, morbide e altamente sensoriali. Una sfida entusiasmante per gli addetti ai lavori,
I cosmetici CLEAN quindi saranno privi di:
- SILICONI
- PARABENI (in realtà questi sono assenti da tempo, quindi non è una novità la loro assenza)
- AGENTI CHELANTI COME EDTA
- DERIVATI PARAFFINICI
- FRAGRANZE CON RIDOTTO CONTENUTO O PRIVI ALLERGENI
- GLICOLI
- PLASTICHE
Come dicevo su, non essendoci un vero regolamento su questo modo di operare nel settore cosmetico, non mancano le interpretazioni storpiate che generano messaggi fuorvianti. Tuttavia direi che il primo grande vero messaggio clean, a mio parere, dovrebbe essere non il SENZA ma il CON, unica vera cosa che valorizza un cosmetico. Poi, tutto il resto va fatto preferibilmente con un pizzico di onestà e serietà.