Il tema della cosmetica sostenibile negli ultimi anni ha destato un grande interesse sia da parte delle aziende che dei consumatori.
L’impatto ambientale, la preoccupazione sulla sicurezza dei cosmetici, la deforestazione, l’equilibrio ecologico sono tutti temi attualissimi sui quali si concentra grande attenzione politica e mediatica. È giusto affrontarli per trovare soluzioni rapide, così come è importante mettere in moto un processo di educazione e sensibilizzazione civica sul tema. Tuttavia, bisogna ammettere che all’atto pratico non è così semplice raggiungere i processi virtuosi di riciclo e di economia circolare di cui si parla di recente, anche quando guardiamo alla produzione di cosmetici.
In questo articolo cercherò di spiegarvi in cosa si differenzia la cosmetica sostenibile da quella tradizionale e quali sono i suoi principi e obiettivi principali.
Le materie prime, l’approvvigionamento e la produzione
Le materie prime, in una cosmesi sostenibile, sono ottenute secondo i principi della chimica verde basandosi su processi che riducono al minimo gli stadi di sintesi chimica, l’uso di solventi e il consumo energetico.
Il punto cardine della cosmesi sostenibile è il rispetto dell’equilibrio ambientale. Diviene importante considerare il consumo di energia e acqua, le emissioni in aria e acqua durante la produzione delle materie prime e la difficile rigenerazione per alcune di esse. Sostenibile significa che la risorsa o la materia prima deve essere sempre reperibile e la sua produzione o raccolta non deve causare danni permanenti.
In una cosmetica sostenibile, l’approvvigionamento di materie prime alternative è fortemente sentito e va di pari passo a un calo di richiesta di materie prime di origine petrolchimica. Si è assistito e si assiste tutt’oggi al divieto delle microplastiche nei cosmetici e nei detergenti da risciacquo. Ciò significa che non è più sufficiente fare un buon prodotto esclusivamente in termini di efficacia e sicurezza, ma è necessario giudicarlo per come viene fabbricato prendendo in considerazione l’impatto ambientale. Una presa di coscienza che ci piace parecchio.
C’è un altro punto da non dimenticare quando si parla di sostenibilità: le condizioni di lavoro delle persone che si occupano della raccolta e della produzione di tutte le materie prime necessarie in cosmetica dovrebbero essere sicure e decorose. Inoltre, le modalità di coltivazione devono contribuire al miglioramento della vita dei produttori.
Le formulazioni dei prodotti
Anche noi di Cosmesidoc siamo consci del fatto che la cosmetica ha un forte impatto edonistico: non è semplice rinunciare a certi tipi di texture a favore di cosmetici diversi, o meglio poveri o privi di acqua, ma è importante porre attenzione anche sull’aspetto formulativo. Da diverso tempo si parla di cosmetici solidi per ridurre o eliminare il packaging o usare pack biodegradabile, anche se i meccanismi di biodegradazione non sono sempre chiari.
La produzione dei cosmetici dovrebbe essere orientata verso tecnologie che riducano il consumo di acqua ed energia. Negli ultimi anni si stanno incentivando approcci che minimizzano i flussi di materiali ed energia, ma se a livello di disposizioni e di intenti politici sono misure facili a dirsi, non sempre nella pratica un cambio di direzione risulta così immediato.
Fortunatamente diverse realtà produttive si sono già mosse verso un incremento di energia eolica o solare e si sono mobilitate per la raccolta dell’acqua piovana e per l’ottimizzazione di alcuni processi. Come? Prediligendo ad esempio produzioni a freddo, un utilizzo più contenuto di acqua durante il lavaggio.
Uno dei punti bui riscontrati nel post-produzione, è il rilascio di Co2 nell’atmosfera durante il trasporto. Entro il 2030 si vorrebbe un taglio del 45% di emissioni di Co2 rispetto al 2010.
La scelta del packaging
In un settore dominato dalla gradevolezza del packaging e dalla sua ricercatezza, l’introduzione di tipologie diverse o addirittura la riduzione dell’involucro sembrano condannare il destino di diversi canali come le profumerie, da sempre protagoniste di raffinatezza ed eleganza.
La totalità del packaging, però, dovrebbe essere riutilizzabile, riciclabile, o addirittura compostabile. Vediamo insieme i principali materiali che compongono il packaging in relazione a un loro utilizzo più sostenibile.
- Plastica: le bioplastiche sono sempre più diffuse: ne è un esempio il polimero derivato dal mais, ma anche i PLA (acidi polilattici derivatai da barbabietola) oppure i PHA (poliidrossialcanoatil) e il PBAT ovvero polibutene adipato teteftalato. Le bioplastiche sono degradabili, esistono microrganismi in grado di attaccarle e demolirle, trasformandole in anidride carbonica o in biomassa. Si tratta tuttavia di un processo che avviene in determinate condizioni ambientali, non è così spontaneo e immediato.
- Carta: di recente sono stati sviluppati alcuni processi di produzione e trattamento della cellulosa che hanno permesso a chi sceglie carta e cartone come materiale da imballaggio di proporsi con confezioni accattivanti, valutando materiali cellulosici sempre più resistenti. Non è sempre bella la carta, ma sicuramente più sicura per l’ambiente.
- Vetro: tecnicamente migliore della plastica, ma indubbiamente più fragile (cosa che comporta rischi maggiori per il suo trasporto), il vetro è composto da sabbia silicea e può essere riciclato all’infinito. È importante notare, tuttavia, che stiamo utilizzando sabbia silicea più velocemente di quanto il nostro pianeta possa ricostituirla a breve termine. Similmente alla plastica, poi, non stiamo riciclando abbastanza vetro: pare che statisticamente solo il 30% circa del vetro prodotto venga riciclato. C’è quindi ancora tanto da fare a livello di educazione e sensibilizzazione sull’argomento riciclo.
In conclusione, il tema della sostenibilità cosmetica è una questione indubbiamente complessa. Un articolo non è sufficiente per descrivere nel dettaglio meccanismi e procedimenti che spesso richiedono una formazione tecnica. Servono soluzioni intelligenti che possano sostenere e supportare la strada della sostenibilità. Serve inoltre un’assunzione di responsabilità che possa metterci nelle condizioni di abbracciare questo nuovo modo di pensare. Ci si sta muovendo poco per volta e presto ci auguriamo di ottenere risultati soddisfacenti per produttori e consumatori.
Se volete saperne di più sul tema di una cosmetica sostenibile, vi suggerisco gli articoli A cosa porterà la cosmetica dei “senza” e Quali sono i requisiti dei cosmetici biologici e naturali e vi invito ad aggiornarvi costantemente su un argomento così importante per il futuro del nostro pianeta.