A cura delle dott.sse PATRICIA SENGEL, MARIA ELENA PAGNI, MARIKA LA VARDERA
Il rossetto è da sempre considerato protagonista indiscusso del make-up, come emblema di seduzione e fascino, soprattutto nel suo iconico colore rosso.
Come non pensare immediatamente alle dive di Hollywood degli anni ’40 e ’50?
Il rossetto ha anche accompagnato le donne nella loro storia di crescita ed emancipazione: nei primi decenni del ‘900 Elisabeth Arden regalò il suo Everyday Lipstick alle suffragette americane, quale simbolo di forza ed indipendenza; durante la seconda guerra mondiale, mentre molte donne svolgevano il lavoro lasciato dagli uomini chiamati al fronte, Winston Churchill decise di razionare tutti i cosmetici tranne il rossetto, in grado di sollevare il morale di chi lo indossava, ma anche di chi lo vedeva indossato.
Ma non dimentichiamo il piacere che si prova quando lo applichiamo: un gesto per molte di noi quotidiano, che racconta qualcosa di noi e ci infonde sicurezza.
Prima di capire com’è fatto un rossetto, analizziamo insieme alcuni dati di mercato, per poi rispondere ai vostri quesiti.
IL MERCATO DEL ROSSETTO: ALCUNI NUMERI
Prodotto di punta del mercato della cosmetica, ogni anno si vendono nel mondo circa 900 milioni di rossetti, ben 27 pezzi al secondo.
Si tratta di uno dei mercati più innovativi e in crescita fra tutti quelli relativi a prodotti di make-up. Nel 2017, uno studio americano ha valutato tale mercato per un valore superiore a 12 miliardi di dollari, prevedendo una crescita fino a 17 miliardi di dollari nel 2023.
Di fatto le consumatrici adorano questo accessorio, il cui prezzo accessibile (in media 28,42 Euro), lo rende presenza indispensabile nella borsa delle donne di ogni età, in tutte le sue forme e finish (liquido, stick, matte o perlato).
Dato interessante: l’industria italiana è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di make-up, più in particolare di rossetti, che sono poi esportati in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Come sapere se il vostro rossetto è stato prodotto in Italia? Basta guardare se sull’etichetta è riportata la scritta « made in Italy ».
DI COSA SI COMPONE UN ROSSETTO?
Un rossetto è un prodotto prevalentemente anidro e le materie prime che lo compongono possono essere classificate come segue:
- oli, esteri e/o siliconi: per dare scorrevolezza, per l’emollienza e il comfort al prodotto; gli oli hanno anche la funzione di ‘bagnare’ i pigmenti, ovvero esprimere al massimo il loro potere scrivente, quindi devono essere selezionati con estrema attenzione;
- solventi volatili: per la tenuta del prodotto sulle labbra;
- cere: che possono essere di origine vegetale, animale (es. la cera d’api), minerale o sintetica; servono a dare struttura, corpo e cremosità alla texture, che sia essa in stick o liquido;
- burri e/o paste: materie prime semisolide o comunque con un basso punto di fusione, ad azione filmante ed emolliente;
- pigmenti: minerali o sintetici, a cui possono essere aggiunte delle perle, in grado di conferire effetti luminosi e policromatici;
- polveri texturizzanti: che differiscono per dimensione e funzionalità;
- sostanze funzionali attive (idratanti, volumizzanti, antiage, etc.);
- antiossidanti: per garantire la corretta conservazione nel tempo degli oli e delle cere presenti in formula;
- a discrezione, profumo e/o aromi, per rendere più gradevole l’applicazione;
- filtri solari se la formula prevede un SPF (protezione solare).
Nel caso di formule cremose in emulsione, potremmo avere in aggiunta anche acqua ed emulsionanti (in grado di legare l’acqua con gli oli in formula).
COSA DEVE CONTENERE UN ROSSETTO AFFINCHÈ SIA A LUNGA DURATA?
La principale caratteristica dei rossetti a lunga tenuta è quella di rimanere sulle labbra per molto più tempo rispetto ai cosmetici tradizionali. Infatti vengono definiti anche ‘rossetti a lunga durata’ (long lasting in inglese). Necessitano di ritocchi ogni tanto, ad esempio dopo aver mangiato o bevuto.
Per ottenere la lunga tenuta il rossetto deve contenere ingredienti come:
- oli sottili e non troppo pesanti, che danno una texture sottile ed impalpabile, evitando la migrazione nelle pieghe della bocca;
- polveri, che aiutano a riempire gli eventuali difetti delle labbra dando uniformità;
- resine o filmogeni, materie prime specifiche che creano un film elastico permettendo al prodotto di essere fissato sulle labbra e di seguire allo stesso tempo i movimenti delle labbra; rendono il prodotto confortevole e a tenuta;
- solventi volatili: possono essere utili per un ulteriore fissaggio, grazie alla rapida evaporazione; la loro quantità deve essere bilanciata attentamente per evitare di far seccare le labbra.
COSA SIGNIFICA NO TRANSFER? E COSA RENDE TALI I ROSSETTI?
In cosmetica, quando parliamo di no transfer, ci riferiamo a quella categoria di prodotti che , come dice il termine stesso, “non trasferiscono”, ossia, una volta applicati e fatti asciugare, non rilasciano il colore.
È un trend in grande crescita, e molto amato dalle donne, perché dopo l’applicazione il prodotto resta inalterato per almeno 8/10 ore.
I rossetti no transfer sono prodotti molto scriventi, che vantano un’ampia gamma di colori e forme. Possiamo distinguere due grandi categorie: i liquid lipstick e i lipstick. Vediamo in cosa si distinguono.
LIQUID LIPSTICK
Si presentano in forma liquida, quindi si trovano confezionati in flaconetta.
Sono i migliori in termini di tenuta perché sono formulati principalmente con solventi e resine (per dare tenuta), gelificanti (per dare corpo e viscosità), coloranti /pigmenti, polveri (per avere sensorialità) e attivi, in base al brand. Un esempio è Everlasting liquid lipstick di KatVonD.
In commercio esistono alternative alla versione anidra, ossia versioni a base acqua. In questo caso il solvente principale sarà l’acqua, gelificata per dare maggiore o minore viscosità. La particolarità di questi prodotti sono i coloranti che, essendo idrosolubili, ‘macchiano’ le labbra (qui il termine stain), rendendoli no transfer.
Un esempio è il Clarins Water Lip Stain.
LIPSTICK
La maggior parte di loro si presenta in versione stylo, perché tale formato evita l’evaporazione nel tempo dei solventi contenuti in formulazione, portando il pastello a seccarsi e perdere performance. Gli ingredienti sono uguali a quelli di un liquid lipstick, con l’aggiunta delle cere, che danno struttura al pastello.
In questo caso la tenuta sulle labbra è più difficoltosa, perché la presenza di cere potrebbe rendere il prodotto meno performante.
L’abilità del formulatore sta nel trovare il giusto equilibrio tra tutti gli ingredienti.
Le ultime uscite del 2020 mostrano un forte rilancio di questa tipologia di prodotto sul mercato. Come l’ultimo nato nel gruppo Ester Lauder, Always on Cream to Matte di Smashbox.
COME SI OTTIENE UN EFFETTO MATTE O SHINE?
Che siano in flaconetta o in stick, i rossetti possono avere un finish piuttosto che un altro…perché?
Pensiamo ad un gloss, prodotto che tutte abbiamo comprato almeno una volta nella vita e che, nel make-up, è l’emblema della luminosità. Per ottenere tale brillantezza gli ingredienti devono esser in grado di riflettere al massimo la luce, indipendentemente dalla quantità di pigmento inserito, ovvero dalla scrivenza finale del prodotto. La scelta ricade quindi su materie prime viscose e super-brillanti, possibilmente trasparenti, come alcune paste, da combinare ad oli corposi. La versione in stick verrà formulata seguendo lo stesso principio, con l’aggiunta di burri bassofondenti e cere in grado di dare struttura al prodotto.
Un prodotto matte, sia esso liquido o in stick, ha bisogno invece di ingredienti in grado di ‘smorzare’ la luminosità. Diventa opportuno selezionare oli più leggeri, poco viscosi, uniti a cere, gelificanti, resine e polveri che aiutano a rendere il prodotto opaco una volta asciutto.
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