La comedogenicità è uno degli argomenti più discussi in ambito cosmetico. I comedoni sono protuberanze che si sollevano sulla superficie della pelle e la comedogenicità è tipica delle pelli grasse a tendenza acneica. La comedogenicità è associata alla formazione di punti neri o comedoni che si formano a causa di una iperplasia delle ghiandole sebacee. Quali sono le SOSTANZE COMEDOGENE NEI COSMETICI che provocano ostruzione dei pori e acne da cosmetici?
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Le sostanze comedogeniche sono classificate su una scala e sono stati oggetto di studio ed esperimenti. Studiosi come Albert Kligman e James Fulton, negli anni ’70 hanno compiuto studi specifici sull’argomento. La comedogenicità è stata studiata sulle orecchie dei conigli con un’ attesa di alcune settimane per vedere se erano comparsi pori ostruiti. Poiché le orecchie di coniglio sono più sensibili della pelle umana, i conigli hanno reagito più rapidamente ai prodotti comedogenici, il che è stato più conveniente. Questo significava anche che c’erano molti falsi positivi, in cui gli ingredienti non comedogenici nell’uomo sarebbero stati trovati comedogenici nel modello di coniglio ipersensibile. Inoltre, nei test originali, gli scienziati non si sono resi conto che ci sono pori naturalmente ingrossati nelle orecchie di coniglio.
I test di comedogenicità su soggetti umani sono imperfetti
Se le orecchie di coniglio non riflettono ciò che accade sulla pelle umana, allora la soluzione ovvia è testare sull’uomo, ma pare ci siano stati problemi anche in questo caso.
- Di solito viene utilizzata la pelle della schiena del soggetto. Questa tipologia di pelle è molto diversa dalla pelle del viso – ad esempio, la pelle del viso ha molti più follicoli piliferi ed è esposta a molta più luce solare.
- I test umani utilizzano anche persone con pori di grandi dimensioni che sono inclini alla comparsa dei brufoli. Chi ha i pori piccoli reagirà necessariamente allo stesso modo?
- I test sono stati condotti su campioni relativamente piccoli (in genere meno di 10 soggetti).
Ciò significa che i test condotti non sono attendibili al 100% ma lo sono all’80%.
Scala di comedogenicità
La scala della comedogenicità è divisa nel seguente modo:
- 0 – completamente non comedogeno, non ostruzione dei pori
- 1 – Leggermente comedogeno, bassissime probabilità che ci sia intasamento dei pori
- 2-3 – Moderatamente comedogeno, moderata di ostruzione dei pori
- 4-5 – Gravemente comedogeno, possibilità elevata che ci sia intasamento dei pori
I numeri nelle scale di comedogenicità provengono da studi condotti da studiosi, pubblicati su riviste. Tuttavia, come con molte altre affermazioni sulla cura della pelle “supportate dalla letteratura”, emergono problemi quando si scava più a fondo (e lo abbiamo visto sopra).
Alcune considerazioni aggiuntive rendono il controllo del singolo ingrediente ancora più inapplicabile:
- La tipologia di pelle, come anche il microbioma, le condizioni ambientale, esposizione determinano in parte la comedogenicità di un ingrediente. Stessi prodotti possono dare una serie di risultati su persone diverse.
- La natura dell’ingrediente può cambiare la comedogenicità – ad esempio, con estratti naturali, ci possono essere variazioni in base al lotto.
In uno studio di Draelos e Di Nardo è stato scoperto che un derivato della lanolina aveva un livello di comedogenicità molto elevato di 4-5. Al 50%, la comedogenicità era ancora 4-5. Ma quando diluito al 2,5%, la comedogenicità era scesa a 1.
Risultati simili sono stati trovati per altri ingredienti:
- Isostearato di isopropile: 100% = 4, 50% = 2-3, 5% = 1-2
- Miristil lattato: 50% = 3-4, 10% = 2-3
- Miristato di isopropile: 100% = 2-3, 10% = 1-3, 2,5% = 0
- Palmitato di ottile: 100% = 2-3, 50% = 1, 5% = 0
Lo stesso studio ha anche scoperto che i cosmetici e i prodotti per la cura della pelle contenenti importanti ingredienti comedogenici con 4-5 voti come burro di cacao, isopropil palmitato e isopropil isostearato non hanno aumentato la formazione di microcomedoni (brufoli).
“Substances that are highly comedogenic when tested ordered (alone) or in high concentrations become non-comedogenic after sufficient dilution. “- Kligman, 1996
Quali sono le sostanze comedogene nei cosmetici
Se un cosmetico promette una efficacia nel controllo del sebo della pelle grassa, non significa che lo farà realmente, a meno che non ci siano test di comedogenicità specifici sul prodotto finito a supporto della non comedogenicità. Ecco perchè a volte sulla nostra pelle non vediamo veri e propri risultati.
Nel caso di pelle a tendenza acneica, pelle grassa e sensibile, tenere d’occhio questi ingredienti è fondamentale per mantenere una pelle sana e omogenea. Teniamo presente i seguenti aspetti di diverse materie prime:
-Gli alcoli di media lunghezza sono comedogenici.
-Gli zuccheri puri sono non comedogeni. Tuttavia, se combinati con acidi grassi penetranti, possono diventare irritanti follicolari.
-Sostanze chimiche come i polimeri cellulosici, i silicati e i polimeri acrilici (es. carbomer) utilizzati per addensare lozioni e creme non sono di solito a problema. Anche le argille, la bentonite e il caolino non sono un problema.
-Gli oli naturali come burro di cacao e burro di cocco sono noti da tempo causare problemi in caso di acne. L’olio di cartamo e oli di girasole, che sono meno comedogenici.
-I siliconi non sembrano essere un problema.
–L’influenza del veicolo o del solvente sulla comedogenicità e l’irritazione appare abbastanza significativa. Ad esempio, l’uso di veicoli a rapida evaporazione come acetone o etere riduce la comedogenicità degli acidi grassi rispetto ai risultati ottenuti con olio di semi di girasole, un veicolo non volatile.
CONSIGLI UTILI
Se la pelle è incline all’acne, bisogna evitare prodotti grassi o cerosi. Preferire gel, creme-gel, lozioni, sieri ed essence.
Bisogna sempre considerare fattori come eventuali cambiamenti della pelle, cambiamenti stagionali / climatici, zona T rispetto a zona non T, stress, ormoni, sudore.
Se un ingrediente è comedogeno, non è detto che l’intero cosmetico lo sia.
CLASSIFICA DELLA COMEDOGENICITÀ
Ecco una tabella utile. Ricorda: solo i positivi molto chiari (4-5) e quelli negativi (0-1) sono utili, e anche allora, solo in alcune situazioni. Queste valutazioni non sono regole rigide ma servono a dare l’idea sul concetto di comedogenicità riflesso sulla singola materia prima e non sul prodotto finito.
CONCLUSIONE
Dopo questo articolo probabilmente i dubbi non mancheranno. Perché affidarsi a una tabella derivante da studi dal dubbio risultato?
Perché la tabella raccoglie più studi che nel tempo sicuramente hanno dato qualche certezza in più. La cosa più certa è che presenza di un ingrediente potenzialmente comedogenico in un cosmetico, non comporta che il cosmetico sia comedogenico.
I test di comedogenicità sulle orecchie dei conigli hanno fornito informazioni controverse e a volte discordanti. Ciò non significa che non bisogna fidarsi totalmente. L’elenco serve a dare un’idea e a identificare cosa può essere comedogenico singolarmente. Nella totalità della formula, però, il discorso cambia.
Riferimenti:
2) Draelos Zoe Diana, DiNardo Joseph C, A reassessment of the concept of comedogenicity, JAAD March 2006, 54 (3) 507-512
3) https://thegoodfaceproject.com/articles/pore-clogging-comedogenic-ingredients
5) https://labmuffin.com/fact-check-how-to-use-comedogenicity-ratings/
6) https://healthybeautiful.com/is-olive-oil-comedogenic/
7) https://drbaileyskincare.com/pages/what-are-comedogenic-ingredients