Chi non ha mai usato gli ombretti sugli occhi? Gi ombretti illuminano il viso, determinano il look, consentono l’ottenimento di un make up deciso o raffinato! Si ma come sono fatti gli ombretti?
Scopriamo assieme come sono fatti gli ombretti la modalità di preparazione, performance ed effetti sugli occhi grazie alla preziosa spiegazione della dott.ssa SERENA ZANELLA, cosmetologa, formulatrice e founder presso il LABORATORIO COSMOPOLITA.
COME SONO FATTI GLI OMBRETTI?
Gli ombretti sono delle miscele di polveri che vengono pressate all’interno di un contenitore (fondello) di varie forme e dimensioni. La composizione di un ombretto comprende:
-80-90% circa polveri
-10-20% una parte liquida costituita da oli che fungono da leganti e dai conservanti.
La percentuale di legante nella formula cambia a seconda del tipo di polveri usate, dalla quantità e dal tipo di pigmenti utilizzati e dalla tipologia di legante. Le polveri comprendono un AGENTE RIEMPITIVO (filler) che è il componente di base, per anni questo ingrediente è stato il Talco, contenuto in formula in percentuali elevate, anche 70%. Oggi si utilizza ancora molto ma gli ombretti Talc Free sono sempre più diffusi, in questi prodotti si utilizzano in alternativa la Mica e gli amidi.
Insieme ai filler vengono utilizzati in formula i TEXTURIZZANTI che hanno la funzione di migliorare la sensorialità del prodotto, migliorarne la spalmabilità, renderlo più o meno cremoso a seconda del risultato desiderato. Esistono tantissimi texturizzanti sia sintetici che naturali. Tra i sintetici ci sono le poliacrilammidi (Nylon-12), il PMMA (utilizzato fino ad oggi per la sua sensorialità e scorrevolezza, lo si vuole sostituire essendo una microplastica), le polveri siliconiche (polymethylsilsesquioxane e cross-polimeri). Tra i naturali ci sono diverse tipologie di amidi (mais, riso, tapioca) e amidi modificati (Aluminum Starch Octenylsuccinate e Sodium Starch Octenylsuccinate), cellulosa microcristallina (ottimo agente compattante), silica in diverse dimensioni, più o meno porosa, ottimo agente di scorrimento e mattificante.
Ci sono poi i PIGMENTI che conferiscono la colorazione all’ombretto, possono essere ossidi di ferro o lacche, puri o in forma rivestita. I pigmenti puri sono più difficili da lavorare e necessitano di essere micronizzati, quelli rivestiti invece solitamente sono già pronti all’uso e a seconda del rivestimento conferiscono al prodotto finito caratteristiche diverse (ad esempio pigmenti con un rivestimento siliconico vengono utilizzati negli ombretti water-resistant).
Negli ombretti matte sono contenuti solo i pigmenti in % variabile dal 10 al 20% a seconda della scrivenza desiderata.
COME SONO FATTI GLI OMBRETTI PERLATI
Negli ombretti perlati, invece, sono contenuti in aggiunta pigmenti perlescenti che conferiscono al prodotto quei bellissimi effetti metallici, olografici, satinati, etc.
Esistono tantissime tipologie di perle che si differenziano per il substrato (mica naturale, mica sintetica, borosilicati, alluminio, ossicloruro di bismuto) e per il particle size (le perle con basso particle size danno maggiore coprenza e un effetto satinato, quelle con alto particle size danno un effetto glitterato). Le perle sono contenute in alte % in formula, solitamente dal 20 al 50% (ma esistono ombretti bellissimi e molto costosi costituiti anche dal 70% di perla!!).
Questa componente polverosa è tenuta insieme da una FASE LEGANTE. Esistono leganti in polveri (Zinco Stearato, Magnesio Stearato ad esempio) e leganti liquidi che solitamente sono esteri sintetici. Non c’è una regola per calcolare la quantità di legante, può variare dal 7 al 20%circa a seconda del tipo di polveri e della quantità di perle contenute, è necessario provare e determinare la quantità caso per caso.
COME SI PRODUCONO GLI OMBRETTI?
Per la preparazione della polvere si utilizzano dei miscelatori (mulini) in produzione, in laboratorio, invece, si può utilizzare un miscelatore simile ai frullatori da cucina. In questi macchinari polveri e leganti si miscelano omogeneamente. Si passa poi a una fase di setacciatura per poi arrivare alla fase di pressatura con la compattatrice all’interno dei fondelli.
La pressatura viene effettuata con una pressione ben definita, che cambia a seconda del tipo di formula. Si utilizzano anche delle tele, interposte tra la compattatrice e la polvere che migliorano le caratteristiche dell’ombretto e l’applicazione. È necessario effettuare delle prove di caduta (drop test) per assicurarsi che l’ombretto si mantenga integro nel tempo.
CI SONO PROBLEMATICHE DA CONSIDERARE UNA VOLTA APPLICATI SUGLI OCCHI?
In genere le polveri contenute negli ombretti non danno problemi di intolleranza particolari, l’importante è che si mantenga un particle size inferiore ai 150 micron. Ombretti che tendono a sfaldarsi (in cui il legante contenuto non è sufficiente o perché sono stati pressati troppo poco) potrebbero dare fastidio se, inavvertitamente, dovessero entrare negli occhi. Applicando un buon primer prima dell’ombretto si possono evitare questi inconvenienti.
COSA CARATTERIZZA LA TENUTA E LA PERFORMANCE FINALE?
La tipologia di polveri utilizzate può influire molto sulla tenuta dell’ombretto, pigmenti rivestiti sono sicuramente più resistenti sia all’acqua che ad agenti atmosferici. Anche la scelta del tipo di legante, volatile oppure più denso, influenza notevolmente la tenuta. La performance dipende dal risultato che si vuole ottenere. Ombretti con un alto contenuto di pigmenti e perle possono essere molto performanti ma è sempre necessario trovare il giusto equilibrio tra tutti gli ingredienti nella formula in modo da avere allo stesso tempo una buona scrivenza, stendibilità e durata.
PER QUANTO TEMPO BISOGNA CONSERVARE UN OMBRETTO?
Essendo formulazioni anidre sono tra quelle che meglio si conservano, anche se le polveri sono igroscopiche e possono assorbire umidità a seconda di dove vengono conservati. Dopo l’apertura resistono per 12-18 mesi senza problemi. Meglio conservarli in luoghi asciutti e applicarli sempre con l’apposito applicatore evitando di utilizzare le dita.
Grazie Serena!