La sicurezza sul cosmetico è un tema fortemente sentito e affrontato costantemente nel mondo della cosmesi. Norme sempre più rigorose e restrittive, a volte contorte e controverse ma sicuramente rivolte verso la tutela del consumatore. Ogni materia prima ha una propria scheda di sicurezza fondamentale ai fini dell’uso corretto e consapevole. Scopriamo il parere di chi giornalmente ha il compito di vigilare sulle materie prime che compongono i cosmetici prima dell’immissione in commercio. La dott.ssa Federica Donadelli, è responsabile della sicurezza del prodotto fin dal ’96 con i dossier e poi ha adeguato le conoscenze necessarie alla valutazione della sicurezza secondo quanto richiesto dal Regolamento frequentando appositi corsi di formazione e informazione.
Il Valutatore della Sicurezza: figura che in ambito cosmetico dal 2013,ha acquistato ancora più importanza secondo il Regolamento CE n.1223/2009 sui Cosmetici. Potrebbe illustrarci Ruolo e Compito?
Il valutatore della sicurezza è colui che certifica la sicurezza di un cosmetico prima che questo venga immesso sul mercato. Il suo ruolo è molto delicato: deve certificare che un prodotto cosmetico, così come va nelle mani del consumatore, sia sicuro alle normali e prevedibili condizioni d’uso. Ma non basta che emetta il suo verdetto, deve anche motivare come è giunto alla sua conclusione. In un certo senso si assume quindi la responsabilità di tutelare la salute pubblica.
Come viene giudicata la sicurezza di una materia prima e la sicurezza finale del cosmetico?
Ogni materia prima è corredata da una scheda di sicurezza, dove i dati riportati non sono solo importanti per il valutatore della sicurezza del prodotto cosmetico, ma anche per la tutela dei lavoratori. Infatti vengono riportati tutti gli aspetti inerenti la manipolazione dell’ingrediente, il suo comportamento in diverse situazioni, le modalità di stoccaggio e smaltimento, i dispositivi di protezione eventualmente da utilizzare. Poi ci sono i dati tossicologici, che sono quelli di primario interesse per il valutatore.
Oltre a quelli riportati nella scheda di sicurezza, c’è una letteratura molto ampia riguardo alla tossicologia degli ingredienti cosmetici, con pubblicazioni continue e aggiornate di enti e strutture accademiche: bisogna avere la pazienza di cercare la maggior quantità di dati possibili, verificando anche le fonti, per poter dare una valutazione particolarmente approfondita di quell’ingrediente. I dati tossicologici non sono immutabili nel tempo: le tecniche e la sofisticatezza dei metodi, le nuove ricerche e l’evoluzione degli studi possono ampliare i dati disponibili e approfondire certi aspetti precedentemente non considerati. Non è un caso, infatti che la Commissione Europea spesso riprenda un ingrediente per fare nuove valutazioni, alla luce delle quali può decidere di modificarne la regolamentazione.
La valutazione di sicurezza del prodotto finito è il risultato di molteplici aspetti: gli ingredienti, certamente, ma anche il loro comportamento all’interno di un prodotto finito, cioè l’analisi della formula complessiva. Lo stesso ingrediente in un formulato potrebbe comportarsi in un modo differente che in un altro, anche la modalità d’uso del cosmetico ha la sua importanza, se è un prodotto a risciacquo o meno. Infatti uno degli aspetti più importanti per ritenere un cosmetico sicuro è valutare il livello di esposizione, nel corso della giornata, ad ogni ingrediente.
La sicurezza di un cosmetico passa anche attraverso l’attività del sistema conservante, per confermare la quale si effettua il challenge test. Anche la valutazione di eventuali reazioni di sensibilizzazione, attraverso il patch test, contribuisce alla valutazione della sicurezza. Ma non basta valutare la formula e gli ingredienti, devono essere considerati anche tutti gli aspetti che coinvolgono il prodotto dalla sua nascita alla sua consegna nelle mani di chi lo utilizzerà: il metodo di produzione, l’applicazione delle GMP, le modalità di riempimento, lo stoccaggio e altro.
Poiché il valutatore della sicurezza, secondo il nuovo regolamento, valuta la sicurezza del prodotto finito, così come va in mano al consumatore, egli deve considerare anche il packaging, sia dal punto di vista della compatibilità prodotto contenitore, sia del modo d’uso da parte della popolazione a cui è destinato. Un prodotto valutato sicuro per il suo contenuto, può non essere valutato sicuro nella sua interezza se è destinato ai bambini e ha un packaging con un flacone con un piccolo tappo che potrebbe essere ingoiato, per esempio. Il cosmetico è sicuro, il prodotto che il consumatore riceve nelle sue mani, in questo caso, no. Inoltre il valutatore deve saper leggere bene l’etichetta: la salvaguardia del consumatore si effettua anche guidandolo la corretto uso del prodotto. Se il valutatore ritiene che sia meglio evitare l’applicazione di un cosmetico, ad esempio sul contorno occhi, deve segnalarlo e deve verificare che in etichetta ci sia scritto di evitare l’uso sul contorno occhi. E’ sua responsabilità accertarsene.
Le aziende, a suo parere, hanno percepito l’importanza di una figura così essenziale ai fini della sicurezza del prodotto? Come si comportano a tal proposito?
Le aziende, soprattutto le più piccole, hanno avuto molta difficoltà a comprendere il regolamento, che ribalta su chi commercializza il prodotto (la cosiddetta persona responsabile, il cui nome appare in etichetta) una serie di responsabilità che fino alla sua entrata in vigore erano di competenza del produttore. Le aziende hanno sempre considerato l’importanza della sicurezza del prodotto, ora si sono anche rese conto che è necessario che questa sia valutata da un esperto, non solo perché lo dice il regolamento ma a anche perché ne sono diventate le prime responsabili.
Quello che forse non tutte hanno capito è il lavoro immenso del valutatore. Probabilmente molti pensano che sia sufficiente inserire una formula in un apposito software e che da questo esca il responso se il prodotto è sicuro o no. Non è così. I dati da considerare sono tantissimi, molti sono risultati di ricerche certosine, e soprattutto si deve tenere presente che il valutatore pensa e sa. Cioè non si limita a prendere atto dei valori in una tabella, li analizza, li rielabora e li valuta tenendo conto di tutte le variabili che si possono presentare nelle interazioni, nell’uso e altro, e ha l’esperienza di poter anche prevedere se può esistere un fattore di rischio. Infatti la valutazione viene fatta “nelle normali e prevedibili modalità d’uso”. Il valutatore spesso è visto un po’ come un rompiscatole o un pedante, perché segnala all’azienda alcuni interventi, soprattutto sull’etichettatura, che spesso disturbano un po’. Ma lo deve fare. E’ il suo ruolo ed è sua responsabilità.
Da una constatazione che trapela spesso da blog e tutorial (che discutono di ingredienti cosmetici ed INCI), diversi consumatori non si “fidano” di molti ingredienti che le aziende inseriscono nei propri cosmetici. Come potrebbe rassicurare i consumatori stessi?
Internet è una grande conquista, soprattutto perché chiunque può esprimere la sua opinione. Spesso però le opinioni sono, appunto, opinioni. Demonizzare un ingrediente definendolo pericoloso è un atteggiamento senza alcun fondamento per il semplice fatto che qualunque ingrediente potrebbe essere definito pericoloso se preso al 100%, mentre alle percentuali d’uso in un prodotto finito, magari allo 0,01% non è pericoloso affatto. E non c’è alcuna ragione di ritenere pericoloso un cosmetico che contenga una minima percentuale di un ingrediente pericoloso: è sempre una questione di quantità. Oltre al fatto che un cosmetico pericoloso non può essere immesso sul mercato. La sicurezza del prodotto cosmetico è garantita da due professionisti: il primo è il cosmetologo formulatore, che sa come “mettere insieme” gli ingredienti (modo, quantità, tipologia) per giungere a un prodotto con determinate funzioni, in sicurezza. Quindi già il prodotto nasce, si può dire, con criteri di sicurezza a priori. Il secondo professionista, che di fatto controlla il primo, è il valutatore della sicurezza, che come abbiamo visto, passa ai raggi x ogni singolo ingrediente e mille altri aspetti del cosmetico finito.
Qual è la sua opinione sulle nuove mode del “cosmetico fai da te” in casa e dello “spignatto” sui forum per creare prodotti cosmetici?
Finchè ci si produce i prodotti da sé e per sé, assumendosi i propri rischi, è una scelta su cui nessuno può sindacare. Diverso è se questi prodotti vengono proposti ad altri: questo è illegale (oltre che, il più delle volte, pericoloso).
Come si può far capire al consumatore che dietro un prodotto finito ci sono scenari e figure professionali di fondamentale importanza, in grado di determinare la qualità di un prodotto prima dell’immissione in commercio?
Sono tanti i settori in cui c’è qualcuno con un ruolo importante che lavora nell’ombra. Uno di questi è appunto il settore cosmetico con il valutatore della sicurezza. Si può solo continuare a ribadire che un prodotto oggi sul mercato è sicuro perché c’è un professionista che si è assunto la responsabilità di confermarlo tale. Molti pensano che il valutatore della sicurezza faccia parte dell’organico di un’azienda, cioè sia pagato dall’azienda stessa. E quindi pensano anche che si pieghi all’interesse aziendale certificando sicuro un prodotto che magari in coscienza sa che lo sia. In realtà il più delle volte il valutatore della sicurezza è un libero professionista che non ha vincoli né sudditanze e che risponde in proprio di ciò che afferma.
Dott.ssa Federica Donadelli
Laureata in Farmacia presso l’Università degli Studi di Milano, esperta in Sicurezza dei Prodotti Cosmetici e consulenza adempimenti normativi Regolamento 1223.