Digitando su Google le parole “INCI cosmetici”, mi capita spesso di incappare in siti che riportano a caratteri cubitali parole come: “ATTENZIONE!! SOSTANZE COSMETICHE PERICOLOSE” o ancora “PRODOTTI CON BUON INCI” seguite da parole come “Naturale”, “Bio” e addirittura “Vegan”, il tutto accompagnato da spassionati consigli elargiti ai fini della scelta consapevole di un cosmetico di qualità.
Premettendo che concetti come “naturale” o “cosmetica green”, sono ben accetti in quanto sicuramente temi forti e importanti (nonostante le varie criticità), ritengo che l’indicazione di “cosmetico naturale”, “bio” e “vegan”, non sia a tutti i costi indice di cosmetico di qualità.
Parliamo ad esempio della dicitura “Buon INCI“.
Innanzitutto dobbiamo chiederci: Cosa fa di un INCI un Buon INCI? Chi sono coloro che possono decretarne la bontà?
Da addetta ai lavori in campo cosmetico penso che, anche se l’INCI sia in grado di rassicurare sul contenuto, non sempre è sinonimo di garanzia sulla “bontà” del prodotto! Ho avuto tra le mani prodotti con un INCI discutibile ma che ho giudicato complessivamente gradevoli ed efficaci. L’INCI ci dà visione del prodotto che abbiamo tra le mani, indicandoci i componenti con cui è preparato, ma siamo sicuri che ci indichi anche la qualità?
Se chi giudica il cosmetico è un esperto in materia di formulazione, sicurezza e tecnica cosmetica con esperienza affermata, allora credo che il giudizio sia attendibile e con un buon margine di affidabilità. Se invece il “verdetto” viene formulato da un finti esperti, senza preparazione scientifica ma armati solo di tanta passione sul tema cosmetico, allora il dubbio rimane!
Ritengo inoltre che bisogna fare davvero tanta chiarezza sulle sostanze definite pericolose. Non bisogna dimenticare che la sicurezza di una materia prima deputata all’uso cosmetico, viene innanzitutto sottoposta ai pareri del Comitato Scientifico per i Prodotti destinati al Consumatore (SCCP) e poi della Commissione Europea, che svolgono un’attenta analisi dei rischi delle sostanze prima di consentire la restrizione o il divieto.
Prima di considerare pericolosa o tossica una materia prima, vengono eseguiti appropriati test che ne determinano l’esito finale. Capita che nel tempo vengano rivisti alcuni dosaggi, dettati da problematiche riscontrate durante l’uso delle materie prime. In questo caso i test vengono rieseguiti, la Commissione si riunisce per poi ridefinire le percentuali d’uso che le Aziende prenderanno come riferimento finale.
Nel caso di sostanze ritenute pericolose, queste vengono da subito rimosse dal commercio ed inserite nell’Allegato II dei prodotti cosmetici “Elenco delle sostanze vietate nei prodotti cosmetici” oppure, per le sostanze che devono essere usate con limiti di percentuali, si fa riferimento all’Allegato III “Elenco delle sostanze il cui uso è vietato nei prodotti cosmetici, salvo entro determinati limiti”.
Tutte le aziende sono obbligate a formulare prodotti cosmetici seguendo le percentuali definite dagli allegati secondo il Regolamento sui cosmetici CE 1223/2009. Infine, prima di immettere un prodotto in commercio, è obbligatorio compilare un dossier (o PIF Product Information File) in cui il Valutatore della Sicurezza, con adeguate competenze scientifiche, valuta ogni materia prima e prepara una relazione specifica dichiarando il prodotto sicuro.
Per concludere, riassumo quelli che secondo me sono gli elementi chiave da non dimenticare quando si parla di qualità del prodotto cosmetico.
- Se un prodotto cosmetico si trova sullo scaffale di un punto vendita, vuol dire che ha già superato test e approvazioni legislative al fine della commercializzazione.*
- Ogni prodotto cosmetico ha un proprio dossier valutato e firmato da una figura specializzata che valuta ogni aspetto in termini di sicurezza.
- Quando leggiamo “buon INCI” assicuriamoci di sapere chi ne ha decretato l’aggettivo “buono” e le sue competenze.
- Affidarsi agli Organi Istituzionali e approfondire le legislazione cosmetica prima di giudicare una sostanza come nociva.
Dopo aver fatto una scelta consapevole, alla luce dei punti sopra elencati, non rimane che giudicare soggettivamente gradevolezza, efficacia e immagine complessiva del prodotto in base ai propri gusti.
*Chiaramente parliamo di canali di distribuzione regolamentati come farmacie, supermercati, erboristerie e profumerie.