I così tanto demonizzati PARABENI sono un gruppo di sostanze derivate dall’acido p-idrossiaminobenzoico, molto usati anche nell’industria alimentare e farmaceutica. Sono attivi contro batteri muffe e funghi e sono quasi sempre in associazione tra di loro per esplicare un effetto sinergico e in associazione con altri conservanti per bilanciare l’azione contro altri batteri.
Hanno un costo basso, sono efficaci e biodegradabili. Tuttavia da un po’ di anni si è scatenata la” NO PARABEN MANIA” a causa di alcune ipotesi riguardante l’alterazione dell’equilibrio ormonale e l’insorgenza di tumore al seno. L’ipotesi non sono state confermate tuttora.
Di seguito alcuni link su cui fare riferimento per aver maggiori informazioni sui parabeni e sulla loro sicurezza:
http://www.farmacovigilanza.org/cosmetovigilanza/news/1206-06.asp
il link seguente consiste nel REGOLAMENTO (UE) N. 358/2014 DELLA COMMISSIONE del 9 aprile 2014. Io ho riportato la parte che interessa le sostanze in questione, quindi dal punto 5 in poi.
[…(5) Nell’allegato V del regolamento (CE) n. 1223/2009, alla voce relativa al numero d’ordine 12 è specificata, in relazione all’impiego dei parabeni come conservanti nei prodotti cosmetici, una concentrazione pari a 0,4 % per un singolo estere e a 0,8 % per le miscele di esteri sotto la denominazione acido p-idrossibenzoico, suoi sali e suoi esteri.
(6) Nel dicembre 2010 il CSSC ha adottato un parere sui parabeni (5), seguito da un chiarimento nell’ottobre 2011 (6), in risposta ad una decisione unilaterale della Danimarca adottata a norma dell’articolo 12 della direttiva 76/768/CEE del Consiglio (7) e recante il divieto di utilizzo di propilparabene e butilparabene, loro isoforme e loro sali nei prodotti cosmetici destinati a bambini di età inferiore ai tre anni in considerazione della loro potenziale attività endocrina.
(7) Il CSSC ha confermato che il metilparabene e l’etilparabene sono sicuri se utilizzati alle concentrazioni massime autorizzate. Inoltre, il CSSC ha osservato che l’industria aveva presentato informazioni insufficienti o non aveva presentato informazioni per la valutazione della sicurezza di isopropilparabene, isobutilparabene, fenilparabene, benzilparabene e pentilparabene. Di conseguenza non è possibile valutare i rischi per la salute umana di tali composti. Tali sostanze non devono pertanto più figurare nell’allegato V e, poiché potrebbero essere impiegate come agenti antimicrobici, devono figurare nell’allegato II affinché sia chiaro che il loro impiego nei prodotti cosmetici è vietato.
(8) Le conclusioni formulate dal CSSC negli stessi pareri sul propilparabene e sul butilparabene sono state messe in discussione da uno studio effettuato dalle autorità francesi (1); nel maggio 2013 il CSSC ha quindi adottato un’ulteriore valutazione dei rischi connessi alle due sostanze (2). Le misure riguardanti il propilparabene e il butilparabene sono in corso di elaborazione nel quadro della seconda fase della gestione dei rischi connessi ai parabeni. (9) Nessuna preoccupazione è stata espressa in relazione alla sicurezza dell’acido p-idrossibenzoico e ai suoi sali (calcium paraben, sodium paraben, potassium paraben)…]
Si concedono alle imprese 6 mesi di tempo per immettere sul mercato prodotti conformi a tale regolamento, e 15 mesi per cessare l’immissione sul mercato dei prodotti non conformi.
Dall’articolo 2: “A decorrere dal 30 ottobre 2014 sono immessi sul mercato dell’Unione solo i prodotti cosmetici che rispettano le prescrizioni del presente regolamento. A decorrere dal 30 luglio 2015 sono messi a disposizione sul mercato dell’Unione solo i prodotti cosmetici che rispettano le prescrizioni del presente regolamento.”
Il regolamento entra in vigore il 30 aprile 2014.
Siamo di fronte all’ennesimo allarmismo scatenato da ipotesi e sporadici casi non totalmente condannabili a mio parere. Preciso “totalmente” anche se di fronte a situazioni che chiamano in causa la salute, purtroppo non si può giudicare con una certa leggerezza. Certo, vista la percentuale d’uso e la frequenza di applicazione di un prodotto destinato al seno che può essere un deodorante o una crema, non mi sentirei di condannare i parabeni e considerarli causa principale di tumori. Bisognerebbe continuare ad indagare e studiare su queste sostanze. Ma la ricerca, infatti, continua e non si ferma ai sporadici casi. Al momento ci fidiamo delle fonti che dichiarano sicurezza e soprattutto efficacia di tali composti e il claim PARABEN FREE degli innumerevoli prodotti ormai in commercio, lo guarderemo senza necessariamente condannare il prodotto che contiene i parabeni o demonizzare tali sostanze dalla grande capacità preservante rispetto ad altri conservanti.